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Come sono cambiate le cose con l'arrivo del COVID-19?
Il COVID-19 è una nuova malattia infettiva respiratoria che è apparsa per la prima volta in Cina nel dicembre 2019. Questa malattia ha colpito il mondo intero e ha causato milioni di morti.
Il confinamento come soluzione protettiva
Per ridurre la diffusione del virus, la maggior parte dei paesi ha fatto ricorso a un lockdown totale. Questo includeva una restrizione dei viaggi, la chiusura totale di tutti i luoghi pubblici non considerati essenziali (negozi, cinema, ecc.), l'interruzione del lavoro in tutti i settori tranne quello alimentare e sanitario, e la chiusura di scuole e università.
L'idea di una totale reclusione in casa è stata messa in atto per proteggersi dal virus, ma questo ha avuto delle conseguenze: impatti sulla salute in termini di consumo di alcol e tabacco, sull'alimentazione e l'attività fisica, isolamento, depressione, ripiegamento su se stessi, noia, paura dello sguardo altruo, sfiducia, ansia ecc...
Una delle conseguenze della reclusione è stata anche quella di mettere in pericolo le donne già maltrattate dai loro uomini o di produrre nuovi casi di violenza fisica e sessuale contro le donne. Quindi la domanda è: rinchiudersi nelle proprie case è stato davvero una soluzione universale per proteggersi?
Un terzo delle donne del mondo sono vittime di violenza fisica dopo la pandemia del coronavirus. La pandemia ha peggiorato la situazione delle donne in tutto il mondo.
Nel 2020, 736 milioni di ragazze e donne adolescenti dai 15 anni in su sono state vittime di violenza, secondo il rapporto dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Le donne che erano già maltrattate sono rimaste intrappolate in questa situazione i problemi finanziari e di altro tipo creati dalla pandemia hanno causato ulteriori violenze.
Come dice il Dirigente dell'OMS "Dobbiamo agire ora perché la violenza contro le donne non può essere fermata da un vaccino". A livello internazionale ed Europeo, sono state fornite raccomandazioni e linee guida per fronteggiare in emergenza le situazioni di violenza, che hanno sottolineato l’esigenza di rafforzare i servizi specializzati di supporto e ospitalità per le donne, sia con riferimento al numero di strutture che alle modalità di lavoro, in primis per quanto riguarda la possibilità di operare da remoto.
Cosa succedeva in Italia nel frattempo
Anche in Italia l’esplosione dei casi di violenza è stato di maggiore importanza. Se si guardano i dati delle chiamate al numero verde nazionale antiviolenza 1522 si può notare come da marzo ad aprile 2020 ci sia stato un aumento del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019 con un aumento delle vittime che hanno chiesto aiuto del 59% rispetto allo scorso anno (ISTAT 2020).
Anche i dati raccolti presso gli uffici giudiziari fra agosto 2019 e luglio 2020, che tengono conto anche del periodo di lockdown, mostrano come la percentuale dei procedimenti iscritti per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi sia aumentata dell’11% con un sensibile incremento delle denunce avvenuto proprio in quel periodo.
I Centri Antiviolenza non hanno mai fatto mancare la loro assistenza nel periodo di lockdown continuando a garantire i colloqui protetti pur lavorando prevalentemente od esclusivamente da remoto. Se il numero di chiamate sono aumentate è anche stato grazie alla massiccia campagna nazionale per la promozione dell’utilizzo del 1522 specialmente nel periodo di confinamento forzato e con la necessità di privilegiare un approccio soprattutto telefonico nelle richieste di aiuto.